MINI COOPER S 2025 | Test Drive PRO e CONTRO


- Allestimento JCW
- Alimentazione Benzina
- Prezzo 43.244 €
- Scheda Tecnica Scopri di più
La nuova generazione della Mini Cooper S si presenta rinnovata a fondo, pur conservando con orgoglio l'inconfondibile identità del marchio. È evidente fin dal primo sguardo: i designer sono riusciti a svecchiare il modello senza snaturarne l’anima, mantenendo quella riconoscibilità unica che ha sempre contraddistinto la piccola inglese. Ma stavolta, oltre al look, a cambiare è anche l’esperienza tecnologica, di guida e persino di vita a bordo. Ecco una panoramica completa, senza omissioni, su tutto ciò che offre la nuova Mini Cooper S.
Design
Il frontale della nuova Mini è immediatamente riconoscibile, ma con linee più pulite e moderne. I fari full LED sono un vero punto di forza, non solo per il loro impatto visivo ma anche per la funzionalità. Hanno una firma luminosa personalizzabile e una simpatica animazione di “saluto” con l’occhiolino quando si apre l’auto. Al centro della calandra spicca il radar degli ADAS, ben integrato anche se un po’ vistoso. Sotto, il badge “John Cooper Works” non indica il motore, in questo caso abbiamo una Cooper S, ma l’allestimento sportivo dell’esemplare in prova.
Le proporzioni sono da classica Mini, con una lunghezza contenuta di 3,88 metri, e la vista laterale risulta equilibrata e dinamica. Spiccano i cerchi in lega dal design sportivo e la verniciatura bicolore, che contribuisce a renderla ancora più distintiva. Al posteriore, i fari LED riprendono la forma classica ma offrono ora opzioni di personalizzazione nel design grafico. Bello anche l’estrattore, mentre lo scarico resta ben nascosto – non per ragioni elettriche, ma per scelta stilistica. Sotto il cofano pulsa comunque un vero 2.0 turbo benzina.
Interni e Tecnologia
L'abitacolo della nuova Mini convince per materiali e design. I sedili sono uno dei punti forti: belli da vedere, ottimamente rifiniti, con una combinazione di tessuti e materiali che trasmettono qualità e gusto. Sono completamente regolabili elettricamente e dotati di due memorie, funzione comoda ma legata a doppio filo al sistema Mini ID: ogni chiave memorizza un profilo utente, ma per sfruttarne appieno le potenzialità bisogna creare un account online. Senza, l'auto ritorna ogni volta a una configurazione predefinita, un limite piuttosto scomodo per chi volesse evitare il login permanente o condividesse la vettura con più persone.
Altri dettagli riflettono la cura per lo stile: le luci ambientali proiettano effetti soffusi e dinamici sul cruscotto, in particolare dietro il grande display centrale, creando un ambiente “lounge”. Il volante è spesso, con una bella impugnatura e comandi intuitivi, incluse le palette per cambiare modalità di guida e la curiosa funzione “Boost” per 10 secondi di potenza extra.
Manca però qualche comodità, come la regolazione fisica della temperatura, sostituita da comandi digitali non sempre intuitivi. C’è la ricarica wireless per lo smartphone con fascia ferma-telefono, due prese USB-C e porta bicchieri funzionali. Il tetto apribile con doppia tendina è una trovata intelligente: si può oscurare anche quando il tetto è aperto, il che non è scontato. Tuttavia, il vecchio head-up display con “paletta” estraibile è ancora presente, invece di una moderna proiezione diretta sul parabrezza: un’occasione mancata.
Il nuovo display centrale circolare AMOLED, realizzato da Samsung, è esteticamente riuscitissimo. Luminoso, nitido e piacevole da vedere, dà un tocco davvero moderno all’abitacolo. Ma non tutto è perfetto: il sistema, seppur completo di Apple CarPlay e Android Auto wireless, risulta a tratti macchinoso e poco reattivo. La navigazione nei menu non è sempre fluida, e alcune operazioni richiedono troppi passaggi.
Interessante invece la “regia da parcheggio”, mutuata da BMW, con telecamere che offrono inquadrature dinamiche e zoom automatici. Le quattro telecamere per la visione a 360° migliorano di molto le manovre, supportate anche dal nuovo sistema di parcheggio automatico e dalla funzione di retromarcia autonoma.
Parliamo di una una tre porte, quindi l'accesso ai posti posteriori richiede un po’ di flessibilità. Tuttavia, quando si porta in avanti il sedile, questo scorre automaticamente sulla slitta, facilitando l’accesso. Dietro lo spazio non abbonda: chi è più alto tocca il tetto (soprattutto se è presente il tetto apribile) e anche le gambe trovano un ambiente sacrificato. Non impossibile, ma da usare occasionalmente.
Il bagagliaio è il vero punto debole: 271 litri, con forma irregolare e poco sfruttabile. Due zaini e lo spazio è finito. Abbattendo i sedili posteriori (60/40) si arriva a 750 litri, ma resta un fastidioso gradino che limita la comodità nel carico di oggetti voluminosi. Nessuna novità da Mini: la praticità non è mai stata la sua priorità.
Test Drive
Il comportamento dinamico è da vera Mini, anche se non privo di contrasti. In città si apprezzano la compattezza, il raggio di sterzata molto contenuto e la posizione di guida alta, il sedile può essere alzato tantissimo, perfetto per chi vuole una seduta “dominante”. All’opposto, chi preferisce una seduta bassa sportiva la trova comunque facilmente.
Ma c’è un problema: le sospensioni. L’assetto è rigidido e sulle buche restituisce un ritorno poco frenato che provoca fastidiosi sobbalzi. Una Mini GP, notoriamente sportivissima, risulta persino più morbida. È un assetto che premia la guida aggressiva su strade tortuose, dove emerge tutto il go-kart feeling che ha reso famosa la Mini, ma penalizza la vita quotidiana urbana.
Fuori dal contesto urbano ecco che riesce ad esprimere una dinamica sorprendente. Il trasferimento di carico è sempre molto controllato, la vettura resta piatta anche nei frangenti più sportivi, e questo la rende prevedibile, facile da leggere anche quando si forza il ritmo.
Il motore è un 2.0 turbo da 204 CV (nella versione Cooper S), con cambio automatico doppia frizione. Quest’ultimo è reattivo, ma non sempre perfettamente fluido. In alcune situazioni, specialmente nel traffico, si avverte qualche strappo o ritardo nella risposta. Serve prenderci la mano, assecondarlo, adattarsi un po’ al suo carattere. In modalità Go-Kart però diventa più aggressivo e si comporta in modo più intelligente: scala quando serve davvero e non interviene a sproposito. E se si decide di passare al manuale con le palette, molte delle incertezze del cambio vengono eliminate. A tratti viene voglia di averla con il cambio manuale vero e proprio, perché trasmette il piacere di guida puro, meccanico, da hot hatch vecchia scuola.
I consumi? Variano molto: dai 10 ai 13 km/litro in città, a seconda di quanto si spinge sull’acceleratore. Non è esattamente parsimoniosa, ma nemmeno eccessivamente assetata per la categoria.
Le modalità di guida come anticipato permettono di cambiare un po’ l’indole della vettura, anche se non sono presenti sospensioni adattive. Tra i tanti ADAS, tarati benissimo in stile BMW, troviamo cruise control adattivo anche per il traffico cittadino, frenata automatica d’emergenza, avviso di superamento corsia con vibrazione al volante e angolo cieco attivo. Quando si mette la freccia e si tenta una manovra pericolosa, l’auto riporta dolcemente in traiettoria.
Conclusioni e Prezzi
E ora veniamo al prezzo, che è un punto chiave. La Cooper S parte da 31.900 euro e nella nostra versione con allestimento John Cooper Works, invece costa 35.900 euro. Un anno fa però, la stessa versione costava 39.950 euro: vuol dire che è stata abbassata di ben 4.000 euro, e questa è una novità importante. Quando Tesla taglia i prezzi, se ne parla ovunque. Ma qui siamo di fronte a un caso simile in casa Mini, gestito con discrezione: un segnale forte, che indica un riposizionamento (più che positivo) anche per i brand più tradizionali.
All’inizio, quando ci è stato detto che avremmo avuto in prova una Cooper S con allestimento JCW, ci aspettavamo una cifra vicina ai 45.000 o addirittura 50.000 euro. Invece, la nostra vettura costa 43.244 euro sconti esclusi. Ed è il massimo possibile, perché questa configurazione è “XL”: cerchi maggiorati, accessori al completo, tutto ciò che si può aggiungere è già presente. Le configurazioni seguono le taglie (S, M, L, XL), un'idea simpatica che semplifica la scelta.
Nel complesso, questa Mini resta una delle compatte più divertenti da guidare, con uno sterzo diretto, un assetto che regala ancora quell’effetto Go-Kart unico nel suo genere e una dinamica che coinvolge davvero. Il design è stato aggiornato senza snaturare il modello, e finalmente anche il pacchetto ADAS è completo, al passo coi tempi. Dall’altro lato, l’infotainment e il software rimangono una nota dolente: l’interfaccia è poco reattiva, e certe funzionalità sembrano ancora immature. Inoltre, l’assetto rigido, che fa miracoli tra le curve, tende a essere troppo duro sulle buche, soprattutto in città, e il cambio automatico, se usato in modalità normale, a volte strappa un po’.
- I pro
- Dinamica di guida al top
- Design svecchiato (bene)
- ADAS completi
- I Contro
- Infotainment e software
- Rigida sulle buche
- Cambio che strappa in città